martedì 20 settembre 2011

Conte: «Umiltà, il segreto dei grandi»


«Abbiamo giocato due partite, ottenendo due risultati utili, ma mancano 36 partite, quindi da questo punto di vista non abbiamo fatto assolutamente niente». Andrea Agnelli lo ha detto questa mattina a margine della firma di un accordo fra il Royal Park “I Roveri” e la “Edf enr solare”, per la costruzione di un impianto a energia solare nel circolo di golf di cui è amministratore delegato. Le stesse parole però sarebbero potute uscire tranquillamente dalla bocca di Antonio Conte. Il pensiero del Presidente e quello dell’allenatore viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda e il messaggio è il medesimo: “piedi per terra”. «Abbiamo iniziato bene, è vero - ribadisce il tecnico - ma dopo due giornate parlare di squadra di fenomeni e di allenatore che non sbaglia un colpo, mi sembra eccessivo, anche perché so perfettamente che alla prima situazione negativa i giudizi si ribalteranno. Vorrei invece maggior equilibrio, soprattutto per rispetto dei nostri tifosi che in questi anni sono stati illusi fin troppo».

Le lusinghe nascono dalla partenza sprint dei bianconeri. Lo scorso anno dopo due giornate in effetti la squadra aveva raccolto un solo punto. «Ma due anni fa era partita con due vittorie e poi aveva concluso settima - ribatte Conte - Detto questo era importante ottenere questi successi, per nulla scontati, come dimostra il fatto che il Parma abbia subito battuto il Chievo. Abbiamo sicuramente i nostri meriti per i punti ottenuti finora, punti che valgono quanto quelli ottenuti contro le grandi squadre»

Il calendario propone ora la sfida contro il Bologna che, al contrario dei bianconeri è partito incassando due sconfitte consecutive. Non si parli però di gara abbordabile: «Partita facile un cavolo. Non c’è nulla di facile. Arriva una squadra che ha zero punti in classifica, nonostante in rosa ci siano campioni come Di Vaio e giocatori de calibro di Diamanti, Ramirez, Perez o Gillet. Non c’è nulla di scontato e abbiamo cercato di preparare bene la gara, nonostante il poco tempo a disposizione. Il Bologna ha sempre giocato con la difesa a quattro e il centrocampo a tre, variando davanti e schierando due trequartisti o uno, a seconda delle partite. Potrebbe cambiare anche domani, perché è una squadra che non dà molti riferimenti tattici. Noi dovremo saperci adattare ad ogni situazione che potremo trovare e avere un atteggiamento propositivo».

Se fosse fedele al famoso detto “squadra che vince non si cambia”, mercoledì sera, nonostante gli impegni ravvicinati, Conte non dovrebbe adottare il turnover: «L’importante è che il detto venga confermato e che quindi si riesca a vincere anche domani... Con che tipo di formazione vedremo».

C’è grande curiosità di vedere all’opera i nuovi acquisti, soprattutto Elia e Estigarribia. Conte finora non li ha impiegati, ma le sue scelte hanno un motivo ben preciso: «Giaccherini è arrivato una settimana prima degli altri e tra sosta e rinvio del campionato ha potuto allenarsi due settimane e mezzo in più rispetto. Questo vuol dire qualcosa come 35 allenamenti. Inoltre è italiano, parla la mia lingua e questo gli ha facilitato il compito. Stiamo però lavorando anche con Elia, Estigarribia, Vidal e grazie al confronto quotidiano si stanno inserendo anche loro. Perché il cileno non è partito titolare? Perché devo fare delle scelte e quindi dovrei tenere fuori Pirlo o Marchisio, a meno che non mi consentano di giocare in dodici... Vidal è un ottimo giocatore e in queste due partite ci ha dato una grossa mano, regalandoci cambi di ritmo molto utili, ma come ho detto devo fare delle scelte, il che è un bene, perché significa che c’è competizione e la possibilità di aver soluzioni differenti».

Insomma, non conta chi gioca, ma con che spirito lo fa: «La Juventus è una grande squadra, ma l’atteggiamento deve essere da provinciale, con la voglia di correre e mangiare l’erba. Non confondiamo le due cose: dobbiamo lavorare per essere grandi, ma rimanendo umili fino alla fine».

Juventus.com

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