mercoledì 4 maggio 2011

COSIMO ARGENTINA - Cuore di Cuoio


Non posso negare che sono di parte ed anche per diversi motivi. L'autore è un tarantino verace, come chi scrive ed ha le mie stesse passioni, ma ancor di più leggendo questo pregevole romanzo "Cuore di Cuoio", risulta impossibile non immedesimarsi nel protagonista del testo Camillo Marlo, perché la sua storia, leggendo pagina dopo pagina, ci consente di rivivere in modo marcato la nostra adolescenza, facendoci battere il cuore per il Taranto. Da un certo punto di vista "Cuore di Cuoio" ti da la possibilità di capire che oggi rispetto a trenta anni fa non è cambiato nulla. La storia è ambientata in una Taranto della fine degli anni settanta, con la squadra rossoblu che sognava la promozione in serie A grazie ai gol di Erasmo Iacovone. Era una Taranto dove i giovani neo diplomati speravano di trovare lavoro tra l'Italsider (oggi ILVA) e la Marina Militare, ma che nel frattempo, sognavano di diventare calciatori famosi. Camillo Marlo, soprannominato "Krol" come il difensore olandese, è un quindicenne che frequenta il "Righi", un istitito tecnico, che gioca a calcio ed ha la passione assieme ai suoi amici per questo sport. Si divide tra lo stadio e le maracelle, oltre alle tante disavventure con i "compari", come li ama chiamare ed alle prime storie con le ragazze. Lo stesso Camillo Marlo vive la sua storia d'amore con Twente, ragazza con il soprannome di una squadra di calcio, come tutte le ragazze protagoniste del romanzo e su questa storia è incentrata buona parte del libro, con l'eterno conflitto tra l'amicizia e l'amore, tra gli amici e quella che potrebbe diventare la compagnia di una vita. In mezzo c'è il calcio, che a conti fatti è l'autentico protagonista del libro. Si può dire che oggi c'è una Taranto diversa? Difficile dirlo. I sogni dei ragazzi di allora, sono li stessi di quelli di oggi, le speranze lavorative nel complesso sono rimaste le stesse, sono invece le possibilità che sono diminuite in modo netto. Ad ogni modo, un ex adolescente tarantino s'immedesimerà al massimo in questo libro, perché ha provato le stesse emozioni dei protagonisti e oggi può riviverle con piacere e malinconia. La perla del libro, resta il periodo legato al Taranto di Iacovone, perché chi non ha mai vissuto quell'epoca, oggi può viverla e provare a comprendere quelle che erano l'emozioni dell'epoca. La Fandango ha recentemente ristampato questo libro tra i tascabili e ci ha fatto davvero un grosso piacere. Il linguaggio il più delle volte in dialetto tarantino e le storie esplicite, potrebbero far storcere il naso ai puristi, ma onestamente, vista la qualità del libro resta un particolare davvero trascurabile.

Voto: 8/10

Maurizio Mazzarella

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