mercoledì 20 ottobre 2010

RENATO LA MONICA - Un Inganno Chiamato Calciopoli


Renato La Monica è un blogger che vanta la pubblicazione di diversi libri di notevole importanza, come "L'Atlante del Calcio Europeo", "La Juve nel Paese di Giralaruota" e Guida alla Premier League 2009/10 e 2010/11. Abile scopritore di talenti, ha scoperto infatti Ibrahimovic, Robben, Drogba e Malouda quando non erano conosciuti da nessuno, con questo pregevole testo "Calciopoli - Il Grande Inganno", ci consente di analizzare in modo più approfondito la rivoluzione che ha sconvolto il calcio italiano nel 2006:

Allora Renato, in primis complimenti vivissimi per il tuo libro. Potresti presentare ai nostri lettori "Calciopoli - Il Grande Inganno"?

-"Calciopoli, il grande inganno" è un libro-inchiesta sulla finta rivoluzione del 2006. Fatti, circostanze e retroscena di una vicenda che ha completamente alterato i valori del calcio italiano. Dal racconto emergono tutte le contraddizioni degli accusatori della Juve e tutte le lacune - per usare una perifrasi - di chi avrebbe dovuto difendere la storia gloriosa della Vecchia Signora.

Quale percorso hai effettuato per arrivare a questo libro? Da dove è nata l’idea cardine?

-Il libro è una sorta di "testamento" spirituale di Magazine Bianconero, la prima testata giornalistica che ha osato svelare il grande inganno. In pratica, io e i miei più stretti collaboratori, abbiamo selezionato i migliori articoli scritti sull'argomento - dal 2006 in avanti - per il giornale cartaceo e web. Articoli scritti in prevalenza dal sottoscritto, ma anche da Anna Capogrosso, Luca Di Pinto e Andrea Strada. La storia di Magazine Bianconero, settimanale da me fondato nel Dicembre 2006, s'intreccia con quella di Calciopoli. E' una storia dura, fatta di verità scomode. Proprio per questo meritava di essere raccontata.

Puoi spiegarci in poche parole che concetto hai di Calciopoli? Che di idea ti sei fatto di tutta questa storia?

-E' una storia tipicamente italiana: viscida, contorta, sgradevole. Il calcio è stato solo un pretesto per regolare conti e per disegnare nuove trame di potere. La molla scatenante? I soliti interessi politici-economici. Il "golpe" è stato possibile grazie alla complicità dei principali media, abili a cavalcare l'italica cultura del sospetto. In definitiva Calciopoli è il sottoprodotto di un Paese allo sbando. Un Paese che ancora oggi fatica a distinguere il bene dal male.

Come è cambiato il calcio secondo te dopo Calciopoli? O meglio, è realmente cambiato il calcio dopo Calciopoli?

-Il calcio italiano non è cambiato affatto e non ha alcuna intenzione di cambiare in futuro. C'era semplicemente il desiderio di sbarazzarsi dei due migliori dirigenti in circolazione. Gente che toglieva spazio, visibilità e soprattutto vittorie alla concorrenza. A pensarci bene una cosa è cambiata: l'atteggiamento dei media. Polemici e rancorosi fino al 2006 e morbidi e buonisti nel post Calciopoli.

Ritieni che sia stata fatta realmente giustizia, oppure la Juventus ha pagato per tutti in modo eccessivo?

-Diciamola tutta: andava messo sotto inchiesta il "sistema" calcio italiano. Un mondo dove il più pulito ha la "rogna". Invece hanno indagato in un'unica direzione. Risultato: la Juve ha pagato tutte le colpe di un movimento sempre meno credibile. Un calcio da rifondare. Come questo sgangherato Paese.

Ritieni che lo scudetto numero "29" della Juventus sia stato assegnato ingiustamente all'Inter? Come dovrebbe comportarsi in tal caso la società di "Moratti"?

-L'Inter, come dimostrano le telefonate di Facchetti, ben più gravi di quelle di Moggi, non può dare lezioni di onestà e moralità a nessuno. Ma, invece di rifiutare il "tavolino", Moratti ha avuto persino la faccia tosta di festeggiare a champagne uno scudetto finto come il seno di una soubrette.

Che ruolo ha avuto in quel periodo di transizione un uomo come Guido Rossi? Che concetto hai a tal proposito?

-Un ruolo assolutamente decisivo. Tanto per cominciare, grazie al commissario interista, i processi sportivi sono stati celebrati con insolita rapidità, al punto di togliere un grado di giudizio. Inoltre, nella terribile estate del 2006, Guido Rossi si è "distinto" per una serie di decisioni che ancora oggi gridano vendetta. Soprattutto per il tavolino assegnato alla sua squadra del cuore.

Come finirà secondo te il processo di Napoli?

-A mio avviso Moggi verrà assolto con formula piena. La Juve avrà indietro l'onore perduto, ma non gli scudetti. E nessun tribunale potrà mai cancellare la macchia della Serie B. Quanto all'Inter, se la caverà con poco o nulla. Al massimo perderà la faccia e lo scudetto a tavolino. Siamo o non siamo nel Paese dell'ingiustizia legalizzata?

In cosa deve e può migliorare il mondo del calcio?

-Distinguerei tra campionato italiano e i principali tornei stranieri. La Serie A, negli ultimi anni, ha perso appeal e credibilità. Per migliorare servirebbero regole certe, competenza e buon senso. E una buona dose di meritocrazia. Ma il football italiano è una sorta di circolo chiuso, con un cartello bene in vista "Vietato l'accesso a chi capisce di calcio".

Tu sei uno scopritori di talenti, hai segnalato a suo tempo Ibrahimovic, ma anche Robben, Malouda e Drogba. Chi sono i campioni di domani?

-Ne potrei segnalare tantissimi, ma preferisco rimandare i vostri lettori al mio nuovo sito sul calcio internazionale che vedrà la luce tra poche settimane. In quel contesto parleremo solo dei campionati stranieri, tenendoci alla larga dai veleni del calcio italiano. E comunque, se proprio volete saperlo, i campioni del domani giocano quasi tutti all'estero.

Può garantire un grande futuro alla Juventus l'attuale dirigenza? Che idea hai anche della "Triade" e del periodo con Blanc e Cobolli Gigli?

-A mio avviso no. Marotta è solo un onesto mestierante del pallone, così come il suo staff. Siamo molto lontani dalla competenza di Moggi, uno che sapeva anche circondarsi dei collaboratori giusti. Velo pietoso sul periodo Blanc-Cobolli Gigli. Purtroppo il francese continua a far "danni" anche adesso.....

Mettendo da parte Del Piero, chi è il calciatore simbolo del nuovo corso della Juventus?

-Direi senza alcun dubbio Giorgio Chiellini. L'unico che possiede lo spirito e la mentalità vincente della Juve pre Calciopoli.

Krasic potrà mai emulare Nedved?

-Non credo proprio. Nedved è stato un fuoriclasse, Krasic è solo un buon giocatore. Tra l'altro - e questo non lo rimarca nessuno - il serbo ha avuto la fortuna di arrivare alla Juve già "rodato" dal campionato russo. Diciamo che, in una squadra tecnicamente non eccelsa, uno come Krasic risalta particolarmente.

A conti fatti, secondo te Moggi è davvero colpevole oppure ha pagato e sta pagando ingiustamente?

-Moggi faceva più o meno quello che facevano tutti gli altri. Solo che lui vinceva. E gli italiani - diceva Enzo Ferrari - perdonano tutto ma non il successo.

Vuoi lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Solo una persona correttamente informata può essere considerata libera. Ricordatelo sempre.

Intervista di Maurizio Mazzarella

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