martedì 16 novembre 2010

FABIO DE MAS - La Juventus nel Cuore


Fabio De Mas è un apprezzato poeta, autore di diverse raccolte di poesie di notevole spessore artistico, con una passione incredibile per la Juventus. In un libro dai contenuti molto intensi, dal titolo "La Juve Dentro" (Mursia Editore), l'autore nativo di Belluno, descrive l'amore per la sua squadra del cuore, in un insieme di capitoli coinvolgenti e trascinanti. In un'intervista particolarmente approfondita, Fabio De Mas ci presenta "La Juve Dentro", commentando alcuni fatti anche di vibrante attualità:

Allora Fabio, potresti presentare ai nostri lettori questo tuo nuovo libro "La Juve Dentro"?

-La juve dentro è un atto d’amore verso la Juventus e tutto quello che rappresenta, verso i campioni che hanno vestito questa maglia e mi hanno fatto sognare, ma anche verso i comprimari, quelli che non hanno lasciato il segno. È anche un atto d’amore verso i suoi meravigliosi tifosi, e verso mio padre che mi ha regalato questa passione. Nel libro ripercorro gli ultimi trent’anni circa della storia juventina, da quando nel 1982 ho visto a Udine la mia prima partita che è stata anche la partita del ritorno al calcio di Paolo Rossi, giusto in tempo per vincere lo scudetto e per regalarci “il mundial” spagnolo. Da quel girono è iniziato il mio “sogno in bianco e nero” che dura tutt’oggi e durerà finché campo. Così nella pagine de La Juve dentro si alternano le descrizioni delle vittorie più esaltanti e dei campioni indimenticabili, a quelle delle sconfitte più amare, i sacrifici affrontati per essere allo stadio a urlare il proprio incitamento e il ricordo delle radiocronache “magiche” di Ciotti e Ameri, senza tralasciare lo scandalo di calciopoli e la discesa agli inferi della serie B. La juve dentro è un atto d’amore e il racconto di un sogno.

Quale percorso hai effettuato per arrivare a questo libro? Da dove è nata l’idea cardine?

-Il libro è nato di getto, come un fiume in piena che è partito dal mio cuore per sbucare impetuoso dalla penna e fissarsi sulla carta. In meno di tre mesi l’avevo scritto. È stato l’irrefrenabile impulso di difendere la mia grande passione. Tutto è nato dopo l’ingiusta retrocessione della Juve in serie B. In quel periodo assistevo sgomento al tiro al bersaglio nei confronti della juve e della sua storia e pensavo:- Non è giusto! Stanno infangando e svilendo anche la mia storia, perché la Juve è patrimonio di tutti i suoi tifosi, perché la Juve è anche, almeno in parte, mia, e la sua storia fa parte di me e della mia vita e non è giusto che persone senza scrupolo distruggano questo patrimonio senza che nessuno –nemmeno i dirigenti della juve- provi a difenderlo.- Così ho sentito il bisogno di raccontare cos’era e cos’è la juve per me e per migliaia, se non milioni, di persone, cosa voglia dire essere affetti da questa irresistibile passione che come tutte le passioni ha molto di irrazionale, ma sicuramente merita rispetto perché frutto di amore vero e profondo. Il calcio è si uno sport ma è anche un fenomeno sociale la cui importanza è enorme in moltissimi paesi. L’ultima finale dl mondiale è stata vista da più di un miliardo di persone, la guerra tra El salvador e L’Honduras del 1969 è detta la guerra del calcio, perché una partita di calcio è stata presa ad pretesto per la guerra, scrittori importanti come Brera, Soriano, Galeano hanno scritto pagine bellissime sul calcio. Una psichiatra infantile, alla domanda su come spiegare ad un bambino cos’è la felicità rispose:- non gliela spiegherei, gli regalerei un pallone.- Questo per dire che si può non condividere la passione per questo sport, ma comunque la si deve rispettare. La juve dentro vuole essere anche questo: la descrizione di una passione che esige rispetto.

Da dove è nato invece il tuo amore per la Juventus? Parlaci un po' di te e della tua passione per la compagine bianconera.

-La passione per la Juve è nata dai racconti di mio padre su suoi campioni, sulle straordinarie vittorie, magari all’ultimo secondo dell’ultima giornata di campionato, sulle gesta di Sivori, Boniperti, Charles, su partite rocambolesche, tutte cose che hanno subito fatto breccia nella mia fantasia. A questo bisogna aggiungere gli album di figurine di mio fratello maggiore, che sfogliavo avidamente alla ricerca di informazioni e sogni. E infine la prima partita allo stadio, nel maggio del 1982 quando vidi per la prima volta la Juventus e quel brivido che provai nel vedere i giocatori bianconeri entrare in campo è esattamente lo stesso che provo anche oggi quando vedo quelle meravigliose maglie a strisce verticale bianco e nere, uscire dagli spogliatoi e fare il loro ingresso sul terreno di gioco. La juve è parte importante della mia esistenza, mi fa compagnia, mi regala gioie incredibili e, ogni tanto, dolori intensi e senza di essa non sarei la stessa persona perché la juve ha la capacità di emozionarmi e farmi sognare, tanto che anche se ho due lauree e ricopro un incarico lavorativo di responsabilità, ancor oggi ogni tanto mi trovo a sognare che la Juve batta il Milan con un mio goal in rovesciata.

Possiamo considerare "La Juve Dentro" come una sorta di "Febbre a 90°" visto in chiave Juventus?

-Ho molto apprezzato il libro di Nick Hornby che ha raccontato con leggerezza, ma anche intensità la passione per una squadra di calcio, incastonata in una bella storia d’amore, per cui posso solo augurarmi di avere lo stesso successo, anche se, nel mio libro, pur essendoci la stessa passione, manca la storia d’amore.

Ti faccio un paio di domande banali. Ecco la prima: quale è per te il ricordo più piacevole e felice legato alla Juventus?

-La vittoria della Coppa Campioni (mi piace chiamarla così…) a Roma contro l’Ajax è stato un momento davvero indimenticabile. Ero sugli spalti e per me è stata la realizzazione di un sogno. Inoltre per me era un periodo difficile e quella vittoria mi diede una bella carica di ottimismo e fiducia. Ogni volta che il mio pensiero corre a quella notte, un senso di gioia si impossessa del mio cuore.

Ecco invece la seconda: Quale il ricordo più brutto e perché?

-Il più brutto è la retrocessione in serie B semplicemente perché è stata (come cerco di dimostrare anche nel libro) una colossale ingiustizia, di cui si sono approfittate altre squadre, una più che altro che si fa bella di successi che senza la nostra eliminazione attraverso la retrocessione non avrebbe mai ottenuto. Sul campo il ricordo più doloroso è la sconfitta in finale di Coppa Campioni contro il Milan. Noi Juventini soffriamo sempre la nostra incapacità a raccogliere in coppa Campioni quanto meritiamo e quella volta avevamo l’occasione, forse irripetibile di vincere la coppa e di battere il Milan che di coppe ne ha vinte troppe, ma l’abbiamo gettata al vento malamente.

Quanto è profonda la ferita lasciata da Calciopoli nella Juventus? Quanto ti ha fatto male vedere la Juventus in serie B?

-Solo la restituzione degli scudetti (che ogni vero juventino sente come suoi e come tali li ritiene), assieme ad una verità finalmente ristabilita, potrà, ma solo in parte, chiudere la ferita. La Juve, come detto anche dalla stessa giustizia sportiva, non ha truccato nessuna partita, ed ha vinto meritatamente sul campo. Questa semplice verità, ripeto, dovrà essere ristabilita e, ne sono sicuro, lo sarà alla fine del processo civile. Vedere la Juve in B è stato un colpo al cuore, ma vedere l’entusiasmo che ha portato in ogni campo dove ha giocato è stata una emozione ed è stata la dimostrazione di quanto amore circonda la Juve. Se fosse vero che la Juve aveva truccato le partite secondo voi la gente si sarebbe riversata in massa a vederla giocare nei più sperduti campi di periferia ? La Juve merita rispetto e calciopoli ha usato la nostra squadra da capro espiatorio addossandole tutte le colpe che erano invece da attribuire ad un sistema sbagliato. Ma sono convinto che alla fine la nostra storia ne uscirà meglio di prima.

Nel libro c'è un capitolo intero legato alle scaramanzie. Ce ne puoi parlare? Quali sono i tuoi riti?

-Tutti i veri tifosi hanno le loro scaramanzie. Amuleti, ciondoli, cornetti, vestiti, gesti, cibo, espressioni, parole d’ordine, fotografie tutto può diventare fondamentale per far vincere la propria squadra ! La domanda è: ma ci credi nella scaramanzia? No ma la pratico perché non si sa mai. Al di là delle battute , ci si rivolge ai gesti scaramantici per impotenza, nel senso che i tifosi soffrono nel non poter incidere nelle sorti della propria squadra e allora ci si convince che facendo un certo gesto, ho indossando un certo capo d’abbigliamento o seguendo un preciso rituale , si riesca ad essere utili. E’ un modo per alleviare la tensione prima della partita, per ingannare l’attesa. Davanti alla tv con i soliti amici abbiamo sempre le stesse posizioni ed uguale è la stanza, le bibite ed il cibo servito, e finchè la juve non perde tutto deve rimanere identico per non interrompere il fluido magico. Se la juve perde si cambia. Per una anno invece, quando andavo allo stadio ho indossato un pesante giaccone che era diventato il mio portafortuna. Tutto bene d’inverno, ma a aprile /maggio quel giaccone mi provocava dei bagni di sudore imbarazzanti e degli sguardi pietosi da parte degli altri tifosi che affrontavo stoicamente per il bene della Juve, finche quel giaccone perse i suoi poteri che come erano arrivati, così, improvvisamente, sparirono: destino di tutti i portafortuna quello di, prima o poi , esaurirla, la fortuna. Ce ne sarebbero molti altri, ma non voglio togliere il divertimento al lettore di scoprirli nel mi libro, se avrà la voglia e la pazienza di compralo e leggerlo.

Nel libro parli di Paolo Rossi. Chi quindi è il calciatore del passato juventino al quale sono legati i tuoi ricordi più felici. Chi è invece il calciatore del presente che apprezzi di più?

-Il capitano Del Piero è nel cuore di ogni juventino e nella storia della nostra squadra così come Buffon. A parte le leggende, Chiellini e Marchisio stanno facendo molta strada per imporsi nei cuori dei tifosi come campioni speciali.

Che idea ti sei fatto del nuovo corso dirigenziale della Juventus? Potrà mai tornare grande questa Juventus come un tempo?

-Mi pare che Andrea Agnelli abbia riportato nella società quello che mancava: la juventinità e l’orgoglio della nostra storia. D’altronde agli Agnelli, secondo il mio modesto parere, molte colpe si possono imputare per come è stato gestito dalla juve lo scandalo, per cui la strada da fare per dimostrasi all’altezza del passato juventino è ancora molto lunga, anche se Andrea Agnelli ha fatto passi importanti. Sono convinto che la proprietà debba investire nella juve e crederci e non trattarla come un giocattolo o, addirittura un costo, se no farebbero meglio a venderla a chi è disposto a metterci passione e soldi.

Vuoi lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Acquistate e leggete il mio libro, non ve ne pentirete, (in caso contrario, normalmente in ogni casa c’è un tavolino con un piede malandato che ha bisogno di essere puntellato con un libro) e ditemi cosa ne pensate. Inoltre: Un grosso in bocca al lupo, ne abbiamo tutti bisogno.

Intervista di Maurizio Mazzarella

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